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E’ l’ultimo nato della catena di nomi catastroficamente conosciuti per annunciare calamità varie, in questo caso il gran caldo nel quale stiamo annaspando da qualche giorno. Dopo Nerone e Caronte arriva lui, Flegetonte.
Platone nel Fedone ne parla come di un fiume di fuoco dove sono immersi i parricidi e i matricidi.
Si fosse chiamato, che ne so, Afrodite, non ci avrebbero provocato l’ansia anticipatoria, anzi.
Insomma, c’è da stare tranquilli.
In effetti basta guardarsi incontro per sentire a fior di pelle (sudata) un’aggressività crescente mista a un’insofferenza che ci fa vedere il prossimo come un potenziale sacco da boxe.
Non è molto rassicurante a questo proposito lo studio dell’Università di Berkeley, in California, pubblicato su «Science»: secondo questa ricerca esiste una correlazione tra i mutamenti delle temperature e l’aumento di aggressioni, stupri e omicidi; in particolare si stima che un aumento di 2 gradi centigradi della temperatura globale potrebbe portare a un aumento di circa il 15% del tasso di criminalità.
Se a questo si aggiunge che in Europa il 40% della popolazione soffre di disturbi psichici da lievi a gravi (indipendentemente dal clima), beh..l’immagine del mondo sembra diventare sempre più violenta e temibile.
Lo scenario non mi piace per niente: siamo tutti potenzialmente così pericolosi? stiamo ripercorrendo la scala di Darwin al contrario?
E gli psichiatri (che avranno un sacco di lavoro) che ne pensano? beh..pare che ci sia una predisposizione nelle persone che hanno vissuto l’amore “a condizione che”.
Ti premio e ti voglio bene se sarai come dico io (affermano magari papà e mamma). Crescono con una rabbia più o meno nascosta che non li fa mai sentire all’altezza delle situazioni che vivono e l’emotività degenera, l’eccessiva calura porta all’esasperazione dei conflitti quotidiani e zac..magari ti mando a quel paese (se va bene), altrimenti sclero di brutto.
Forse è per questo che l’hanno chiamato Flegetonte, ma possiamo ribaltare lo scenario..il libero arbitrio è un dono bellissimo e se non possiamo ibernarci, possiamo almeno rivolgerci ad Afrodite, che ci avrebbe riscaldato, ma di un amore incondizionato. Senza se e senza ma.
Innamoriamoci. Di una parola, una musica, un fiore, una fotografia, una persona, un maialino d’India, ma innamoriamoci, tra un cubetto di ghiaccio e l’altro.
Le endorfine salgono a dismisura, vi si stampa uno smile indelebile sul viso, e con l’aiuto di magnesio, frutta e verdura, potreste essere amabili e amati.
Che ne dite?
Vi auguro un amore fresco, buona Afrodite a tutti voi.
Scritto
il 8 luglio 2015